Il Covid-19 oltre a mietere migliaia di vittime ha un risvolto, potendo, ancora più triste. Non solo si muore soli, ma si viene sepolti o tumulati da soli.

Spesso, infatti, i famigliari dei morti infettati dal coronavirus sono in quarantena perché anch’essi hanno contratto l’infezione.

Inoltre, per evitare altri contagi, i funerali sono vietati, così, il morto viene accompagnato, molto spesso, solo da un addetto delle pompe funebri.

Ed è stato Valeriano Cacciola titolare dell’agenzia funebre Fontanili e Merli, raggiunto al telefono, che ha parlato dell’incremento delle chiamate.

Si è passati da “una o due chiamate al giorno” ante Coronavirus “alle quattro, cinque. Ieri [giovedì 26 marzo, ndr] per esempio le chiamate sono state otto.” 

Anche Cacciola ha portato l’attenzione sulla scarsità di presidi di protezione individuale. “I deceduti si trovano spesso in ospedali o in case di riposo, luoghi in cui è necessario entrare indossando i dispositivi adatti.”

Come per tutti, anche Cacciola ha difficoltà a reperire mascherine ffp2.

C’è poi chi resta. Cacciola spiega che il primo problema è che in molti casi “non si sa se sia morto di Covid-19 o no.” 

E anche per quanto riguarda i parenti, spesso sono ricoverati o in quarantena. “Le relazioni con loro sono un rischio. Ormai tentiamo di fare tutto al telefono o su WhatsApp o via mail, per evitare di entrare in contatto con troppe persone.”

Più di tutto, l’umanità

L’impossibilità di stare accanto al defunto, se dal punto di vista del contenimento del virus è l’unica strategia possibile, dall’altro apre scenari molto tristi.

“È dilaniante. I parenti non possono vedere il loro caro. Quando viene ricoverato in struttura e poi muore, muore solo. E da solo viene portato in camera mortuaria.”

E nell’ottica di evitare il contagio “sono cambiate anche le procedure: la salma non viene vestita, ma messa in un apposito sacco di plastica poi sigillato, e infine nella cassa. A quel punto viene portato al cimitero per la sepoltura o al forno per la cremazione, per chi l’ha richiesta, e le ceneri vengono tumulate.” 

Covid-19 e scomparsa

In mancanza del funerale “c’è il frate o il cappellano del cimitero per la benedizione, nel caso in cui sia richiesta.”

Cacciola si è organizzato con i suoi collaboratori “per rendere partecipi i parenti”. Così che “possano in qualche modo assistere: chiamiamo via WhatsApp. Oppure facciamo dei video.”

Perché, dica Cacciola “senza un funerale, senza la possibilità di un commiato è come se la morte non fosse mai accaduta. La sensazione è che la persona se ne sia solo andata.” 

Della telefonata con Valeriano Cacciola più di tutto le pause riempite solo dai respiri.

Le foto sono state scattate al cimitero di Chiaravalle il 2 aprile 2020. Una giornata di sole, con i suoni e i colori della natura. E il silenzio della solitudine.