Come già detto qui, i soccorritori non fanno parte di alcuna categoria, tanto è vero che nessuno li ha mai ringraziati. O anche solo nominati.

Dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in giù e, tornando indietro, dal sindaco di Milano, Beppe Sala, in su, nessuno sembra sapere di loro.

Eppure ci sono.

E in questo momento vivono una situazione drammatica destinata a peggiorare.

Scarseggiano, infatti, non solo le mascherine ffp2 e ffp1 (che tutti i politici, fino all’ultimo consigliere comunale, indossano), ma anche quelle chirurgiche.

La produzione di mascherine

Davide Caparini, assessore regionale al bilancio, finanza e semplificazione, accusa i produttori di mascherine di “vergognosa speculazione a livello mondiale”.

Sia vero o meno che speculano, un dato di fatto da tenere in considerazione è che i produttori si sono trovati a far fronte a un numero esponenziale di ordini rispetto alla norma.

E, se ci si sofferma un secondo a pensare, non è difficile immaginare che un conto è produrre un milione di mascherine (o di qualsiasi altro prodotto) all’anno, un conto è produrne un milione al giorno.

Il fabbisogno è cambiato. Ed è l’unico dato di fatto.

Sarebbe più interessante sapere chi, in Regione Lombardia, avrebbe dovuto occuparsi di ordinare le mascherine quando non si era ancora nel pieno dell’emergenza.
Ed evidentemente non lo ha fatto.
O lo ha fatto male.

Ma questa è un’altra storia e infatti la trovate qui.

AREU, le mascherine e l’OMS

Resta il fatto che le mascherine scarseggiano. E come nella migliore tradizione è sufficiente cambiare le regole del gioco per continuare a vincere.

Pochi giorni fa, l’Azienda Regione di Emergenza Urgenza (AREU), ha diramato una circolare in cui cambia le regole sulle mascherine per i soccorritori.

Se fino a poco prima era necessario indossare le ffp2 in ambulanza, improvvisamente le ffp2 non sono più tanto necessarie.

Se non giusto in casi di Covid19 positivo e in caso di rianimazione cardio polmonare.

In tutti gli altri casi, i soccorritori sulle ambulanze possono usare le mascherine chirurgiche.

Soccorritore con mascherina ffp2.

Cambiare le regole e gli standard

Quindi, prima che le mascherine ffp2 c’erano, erano necessarie. Adesso che sono finite, non sono più necessarie.

Un po’ come quando, anni fa, venne alzata la soglia del colesterolo per dichiararlo “alto”.

Forse perché era più semplice alzare la soglia del colesterolo che convincere tutti a mangiare meno grassi.

Meglio ribadire che in questo momento scarseggiano anche
le mascherine chirurgiche.

Mascherine chirurgiche e soccorritori Covid19 positivi

In alcune realtà del Piemonte, da due settimane, i soccorritori stanno già usando le mascherine chirurgiche, come da attuale direttiva AREU Lombardia.

Non perché precorressero i tempi, ma perché in Piemonte le mascherine sono ancora meno che in Lombardia.

Il risultato è che i soccorritori hanno iniziato ad ammalarsi.

Volontari, carne da macello, dipendenti, quattro spiccioli

Per lo Stato e per la Regione i soccorritori ammalati non rappresentano un grosso problema.

Dietro i sorrisi e i complimenti agli angeli volontari che ogni giorno mettono gratuitamente a disposizione il loro tempo e la loro vita c’è un ghigno compiaciuto.

Ed è il ghigno compiaciuto di chi sa che dovrà sborsare pochi spiccioli nel caso in cui qualcuno si ammali o ci lasci le penne.

Molti soccorritori sono volontari (qui c’è un approfondimento) e se, disgraziatamente, dovessero ammalarsi o morire allo Stato o alla Regione non costerebbero niente.

I soccorritori professionisti, quindi dipendenti, in caso di malattia sul lavoro costano di Inail, ma forse nel calcolo costi / benefici costano meno di una fornitura di mascherine.

Soccorritori, dipendenti e volontari, dovreste farvi sentire: suonate queste sirene per tre minuti, fatevi sentire. Mettetevi d’accordo per un giorno e un orario, venerdì a mezzogiorno, per dire, e suonate queste sirene. Siete tanti. E siete in pericolo.

Questa è un’intervista a Marco Cassotta, governatore di Misericordia Milano e a Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma.