Restare a casa in isolamento per evitare contagi da coronavirus, ma senza mettersi nei pericoli.
Ogni anno in Italia ci sono circa 8000 morti per incidente domestico.
Persone che restano fulminate mentre cambiano una lampadina, che cadono scivolando su un pavimento bagnato o sulle scale.
Restare a casa in questo momento significa restare a casa ma con buonsenso.
Se non si è particolarmente sportivi, meglio evitare di iniziare proprio adesso attività ginnico ludiche, da soli e magari con insegnanti di fortuna.
Il minimo che può succedere è di restare bloccati con la schiena, ma la prospettiva di cadere e farsi davvero male non è poi così remota.
Lo stesso si può dire per chi ha deciso di imbiancare o di pulire fin sopra l’ultimo scaffale della libreria.
Le risorse non sono infinite
Salire su una scala per raggiungere il punto più alto del soffitto è pericoloso. Già in tempi normali. E infatti gli 8000 morti di incidente domestico ogni anno in Italia sono lì a testimoniarlo.
In questo momento di emergenza, farsi male è un disastro.
Chiamare un’ambulanza perché qualcuno si è spaccato la testa cadendo da una scala equivale a sottrarre una risorsa preziosa. E le risorse non sono infinite. Anzi, stanno finendo.
Più risorse, in effetti tutta la catena del soccorso: l’operatore del 112, quello della centrale operativa del 118, i soccorritori, l’ambulanza, l’infermiere di triage, il medico, il posto letto.
Tutte risorse, persone, mezzi, materiale, che avrebbero potuto e dovuto essere risparmiati in vista di casi più gravi.
E, i casi più gravi, in questo momento sono i Covid19, i sospetti Covid19, insieme agli eventi medici che non possono aspettare: infarti, ictus, fratture.
Ci sono persone che sono costrette ad andare a lavorare e che, magari, rischiano di farsi male: c’è chi in questo momento lavora per costruire il padiglione di un ospedale.
Per questo motivo è opportuno lasciare le risorse a disposizione. Evitando di mettersi in pericolo.
Meglio impegnarsi in attività più sicure. Tipo leggere un libro. Già letto? Leggerne un altro. E un altro ancora. Male, di certo, non può fare.