Il Giallo Mondadori è un’istituzione e compie 90 anni. Il libro “giallo”, inteso come genere, deve proprio alla collana settimanale il suo nome.
Aneddoti e considerazioni sono emersi durante la presentazione del catalogo celebrativo “Classici del giallo e del noir nell’illustrazione del sec. XX in Italia” per la Fondazione Rosellini.
Per la serata sono intervenuti uno degli storici illustratori, Giuseppe Festino, e Gianfranco Orsi che diresse la collana dal 1989 al 1994.
Gli autori sono e sono stati, nel passato, di culto. Alcuni hanno mosso i primi passi proprio da lì.
Come Ed McBain, per esempio. Italiano di origine, il suo nome era Albert Salvatore Lombino, iniziò a essere tradotto in Italia dalla collana settimanale allora diretta da Alberto Tedeschi.
Tedeschi, primo direttore del Giallo Mondadori, rimase alla guida per cinquant’anni, tanto che gli venne conferito il premio Raven.
Il Giallo Mondadori nel ricordo di Orsi e Festino
Le storie e le vicende del Giallo Mondadori sono state raccontate da Gianfranco Orsi e da Giuseppe Festino che, per l’edizione celebrativa, ha anche ritratto alcuni dei giallisti.
Orsi ha ripercorso le tappe della storica collana. Per esempio, tra gli anni Settanta e Ottanta la tiratura del libro settimanale raggiungeva le 70mila copie.
E ha avuto la pazienza di rispondere alle mie mille domande. Per esempio perché i primi libri del Giallo Mondadori fossero su due colonne: “Perché le due colonne sono più semplici e veloci da leggere.”
E il lettore doveva affrettarsi: la prossima uscita era già incalzante. La settimana dopo.
Da Ed McBain ad Agatha Christie
E, dato che ha conosciuto personalmente tanti giallisti, com’era McBain? “Era un’ottima persona. È diventato, con il tempo, un carissimo amico. Quando iniziò guadagnava cinque milioni di lire.”
E non posso fare a meno di chiedermi se fossero tanti o pochi. “Era una buona cifra. Ma poi, divenne famoso, e chiese di più. Così i suoi libri andavano prima in libreria, per giustificare i 40 milioni di lire pagati. E l’anno successivo, entravano a far parte del Giallo Mondadori.”
E Agatha Christie?
“Partii con mia moglie per Londra, per incontrarla. Ma ci fu detto che era very shy, molto timida, schiva. Per cui inviò il suo agente. L’uomo ci ricevette in un teatro. Si sedette così lontano che fu chiaro l’intento di mantenere le distanze.”
Orsi prosegue: “Rispose alle domande per conto di Agatha Christie. All’epoca era anche un po’ triste perché l’amato e bellissimo marito, Archibald, la lasciò per la segretaria.”
Che cliché.
“Però lei sposò infine un archeologo. E pare disse che sposare un archeologo era stata una buona scelta, invecchiando avrebbe così potuto davvero apprezzarla.”
E le copertine del Giallo Mondadori?
“In molti casi” dice Orsi “davamo a Jacono fotografie di film di azione, dell’epoca ovviamente, in cui si potessero vedere le auto, così che potesse ispirarsi per illustrarle”.
Se siete appassionati del Giallo Mondadori il catalogo con la rassegna delle copertine illustrate da Carlo Jacono quasi certamente fa per voi.